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| CITAZIONE Mi sedetti e cominciai a sfogliare uno dei quotidiani. Dopo un paio di minuti, mentre la fila per l'imbarco non si era mossa di un centimetro, Caterina mi toccò su una spalla per attirare la mia attenzione. «Ti piace l'hip-hop?». Così dicendo si tolse uno dei due auricolari e me lo porse, avvicinando molto la sua testa alla mia. Io lo accostai all'orecchio e la mia guancia arrivò quasi a sfiorare la sua. Poi la musica esplose e ci misi una decina di secondi per riconoscerlo. «È Mike Patton, We are not alone, se non sbaglio». Lei mi guardò con un'espressione di vero stupore. Che conoscessi quella musica e anzi proprio quel pezzo evidentemente non rientrava nello schema.
[...]
L'aereo iniziò la manovra di decollo e Caterina fu costretta finalmente a spegnere il suo iPod. «Come fai a conoscere Mike Patton?». «Perché, è un'informazione riservata?». «Dai, hai capito cosa voglio dire». «Vuoi dire che sono troppo vecchio per conoscere questo tipo di musica?». «Beh, non proprio, ma insomma in effetti, non è la musica che ascoltano i tuoi coetanei. Cioè, è hip-hop, anche tosto. Mio padre e mia madre ascoltano i Pooh e Baglioni».
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